venerdì 24 luglio 2009

I Shoshouku-kei, quando essere considerati erbivori è un'offesa



Oggi voglio parlarvi di un fenomeno che mi ha colpito particolarmente e, mi ha spinto a riflettere sui cambiamenti, ma soprattutto sulla solitudine.In Giappone, già da un un paio d'anni, dilaga la classe degli soshouku-kei, letteralmente "erbivori", maschi eterosessuali, solitamente di età compresa tra i venti ed i trentacinque anni, che hanno adottato stili di vita a dir poco particolari per il Paese in cui vivono. Spendono molto in prodotti cosmetici e trucchi, in abiti attillati, badano più alla moda che alla carriera, ed anche per questo, sono perennemente a dieta.Escono spesso con la madre a fare shopping e adorano parlare per ore con il sesso femminile, anche se, in questo caso, la parola sesso non sfiora loro nemmeno la mente. Preferiscono infatti rapporti puramente platonici,oppure spendono in accessori all'avanguardia per l'autoerotismo o si "accontentano" di sesso virtuale. Completamente soggiogati da una visione "femminea" della vita, orinano da seduti od utilizzano inginocchiatoi appositi per non sporcare.In un Paese che denota una crescente aggressività femminile, un'attenzione maggiore delle donne alla carriera, con il risultato di guadagnare circa il triplo del marito, i matrimoni calano,l'età delle madri si allunga, la vendita di preservativi subisce cali disastrosi.Nel 2006 Maki Fukasawa conia il termine, rifacendosi al termine "relationship in flesh" con il quale i giapponesi identificano il sesso, letteralmente "una relazione con la carne"; da qui, l'associazione di idee ai giovani maschi non interessati alla carne e, pertanto, erbivori.Ma i shoshouku-kei sono il risultato di una profonda crisi sociale ed economica che sta invadendo il Giappone: l'impennata nelle vendite dei reggiseni da uomo, non ha solo radici estetiche (visto che non dà grossi risultati), bensì aumenta la dose di sicurezza del maschio medio che esce ogni mattina ad affrontare il mondo. La crescente disparità tra i ricchi e i poveri (la maggior parte delle persone) ne ha fortemente minato l'autostima, i giovani hanno perso la speranza e la voglia di costruire qualcosa per poi ritrovarsi senza aver goduto dei giorni a loro concessi.Credo che, insieme, i soshouku-kei, si sentano più forti e che, purtroppo, il loro comportamento nei confronti della vita e, soprattutto dell'amore, denoti una grande fragilità e disillusione. A me suscitano tanta tristezza e tenerezza, non so a voi!

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